La tariffa doganale d’uso integrata, spesso rappresentata con l’espressione “Codice TARIC”, altro non è che un insieme di codici numerici utili a identificare qualsiasi tipo di merce materialmente scambiabile a livello internazionale.

Tariffa doganale d’uso integrata: cos’è il codice TARIC

La tariffa doganale d’uso integrata
Origine preferenziale delle merci
Verifiche e limitazioni
Regolamento del codice TARIC
Nomenclature per le identificazioni doganali
Dazi previsti dalla NC
I codici TARIC sono composti da 10 cifre
Codici Addizionali CADD
Aliquote dei dazi individuati dalle suddivisioni doganali
Consultazione online della tariffa doganale TARIC
e applicazioni dell’indice TARIC
Conclusioni

Di fatto la TARIC di cui si è dotata l’Unione Europea con l’emanazione del Regolamento (UE) n. 1987/2658, trae le sue origini dal Sistema Armonizzato (Harmonized Commodity Description and Coding System).

È condiviso da tutti i Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale delle Dogane (World Customs Organization) e dal 1988 – anno della sua adozione – ha permesso al contesto degli scambi internazionali volto a una sempre maggiore globalizzazione, di “parlare la stessa lingua”.

La tariffa doganale d’uso integrata: i codici per l’identificazione delle merci

Dal punto di vista merceologico quindi, il Sistema Armonizzato ha scongiurato uno scenario babelico legato all’identificazione di quanto soggetto agli scambi internazionali e ha gettato le basi per permettere di avvalersi di un processo di classificazione doganale delle merci univoco – almeno in teoria – al fine di regolare molteplici aspetti salienti.

In particolare, ai singoli codici doganali del sistema armonizzato sono collegate diverse misure quali, ad esempio, quelle connesse all’origine preferenziale delle merci.

Origine preferenziale delle merci

Si tratta di strumenti posti in essere da diversi Paesi o gruppi di Paesi per incentivare la produzione di determinati beni, agevolare sviluppare scambi reciproci, innescare sistemi di sostegno per l’export dei Paesi in via di sviluppo e molto altro, attraverso l’associazione di specifiche regole di origine associate ai diversi codici doganali.

Verifiche e limitazioni dovute al codice TARIC

Altre misure sono di rilevanza statistica o ancora di importanza strategica laddove, a determinati codici doganali, sono associate misure di verifica, di autorizzazione e talvolta di contenimento della libertà di scambio.

Ciò avviene ad esempio nel caso di armamenti, prodotti dual-use, opere d’arte o del patrimonio culturale di un Paese.

Ma l’applicazione di un vincolo a un codice di nomenclatura può interessare anche beni strategici in determinati contesti storici e contingenti com’è stato per i prodotti utili a fronteggiare la diffusione del virus Covid 19 durante le fasi acute della pandemia.

Regolamento del codice TARIC: le nomenclature da adottare

È appena il caso di soffermarci su alcuni aspetti salienti del contenuto normativo che ha gettato le fondamenta in Europa per l’istituzione della tariffa doganale d’uso integrata in vigore tutt’oggi e che è dato dal già citato Regolamento (UE) n. 1987/2658.

Nomenclature per le identificazioni doganali dei beni: SA e sottovoci NC

L’articolo 1 del sopracitato regolamento ha determinato come la nomenclatura delle merce, per gli addetti ai lavori nomenclatura combinata o, ancora più semplicemente riconosciuta dall’acronimo NC, sia stata istituita dalla Commissione Europea per consolidare in un unicum inscindibile le esigenze occorse alla tariffa doganale comune.

Queste vanno dalle ragioni di natura statistica utili ad analizzare le dinamiche del commercio estero che l’Unione Europea intrattiene con gli altri Paesi fino a tutte le altre politiche europee relative all’importazione e all’esportazione delle merci.

Per giungere a questo obbiettivo la Nomenclatura Combinata non fa che adottare in sé la nomenclatura doganale mondiale iscritta nel Sistema Armonizzato (SA), unitamente alle relative disposizioni preliminari, alle note complementari premesse alla sezioni e ai capitoli e alle note a piè di pagina dedicate alle sottovoci NC, ovvero le suddivisioni europee composte da 8 cifre.

Dazi previsti dalla Nomenclatura Combinata

La nomenclatura combinata si articola come rappresentato dalla tabella presente nell’allegato I dello stesso Regolamento. Al suo interno sono consultabili le aliquote dei dazi erga omnes e dei dazi convenzionali.

I primi vengono anche detti dazi MFN – most favourite nation – così definiti in ambito GATT General Agreement on Tariff and Trade, ossia i dazi doganali applicabili alle merci importate originarie di Paesi che sono parti contraenti dell’Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio con i quali l’Unione europea ha concluso accordi comprendenti la clausola della nazione più favorita in materia tariffaria.

dazi convenzionali, invece, sono quelle misure applicabili a tutti i Paesi in assenza di particolari provvedimenti volti a inasprire le barriere doganali a protezione del mercato interno come, ad esempio, dazi antidumping, oppure volti ad agevolare l’ingresso di determinati prodotti limitatamente a certe quantitativi come, ad esempio, i contingenti tariffari.

Ulteriori elementi eventualmente presenti nella citata tabella, sono le cosiddette unità supplementari che permettono rilievi di natura statistica obbligando gli operatori, per determinati prodotti, a specificarne una determinata quantità oltre alle evidenze del peso e del valore (es: pezzi, paia, metri quadri, carati, ecc).

I codici TARIC sono composti da 10 cifre

L’articolo 2 del medesimo regolamento contiene in sé, come logica conseguenza, la previsione dell’istituzione della tariffa doganale d’uso integrata della Comunità che permette di conciliare le stesse necessità già ottemperate dalla Nomenclatura Combinata ma ad un livello superiore di approfondimento mediante un ulteriore sviluppo del codice numerico a significatività crescente.

Per fare ciò la TARIC si basa sulle previsioni della Nomenclatura Combinata, comprendendo inoltre ulteriori suddivisioni complementari valide solo nelle UE anche dette sottovoci TARIC (composte da 10 cifre) utili all’applicazione di specifiche misure descritte nell’allegato II al Regolamento.

Codici Addizionali CADD: identificativi alfanumerici complementari

Ulteriori codici che contribuiscono ad accrescere la complessità della classificazione doganale sono i cosiddetti Codici Addizionali TARIC (CADD).

Si tratta di complessi alfanumerici di quattro caratteri ciascuno che possono essere utilizzati ai fini dell’applicazione delle regolamentazioni europee e/o nazionali specifiche che non sono codificate o che non sono interamente codificate alla nona e alla decima cifra come ad esempio aspetti daziari, fiscali ai fini IVA, legati a controlli sanitari, ecc.

Ad ogni codice TARIC possono essere associati uno o più CADD senza limiti di quantità laddove applicabili al prodotto o alla fattispecie oggetto di classificazione.

Aliquote dei dazi individuati dalle suddivisioni doganali dell’Articolo 2

Elementi ulteriori e fondamentali sono dati dalle aliquote dei dazi doganali e degli altri diritti applicati all’importazione o all’esportazione, comprese le esenzioni dai dazi e le aliquote delle tariffe preferenziali applicabili a merci specifiche all’importazione o all’esportazione.

In conclusione, l’articolo 2 rimanda al contenuto dell’allegato secondo dove si trova l’elenco nel dettaglio di tutte le misure applicabili all’importazione e all’esportazione di merci specifiche.

Ad esempio sospensioni, contingenti e massimali tariffari, preferenze tariffarie anche applicabili ai paesi in via di sviluppo, dazi antidumping e compensatori, proibizioni, restrizioni, sorveglianza all’importazione e all’esportazione, ecc.

Consultazione online della tariffa doganale TARIC

Un’altra caratteristica peculiare della Tariffa doganale d’uso integrata, che ne contraddistingue la dinamicità e ne consente aggiornamenti estremamente flessibili, rapidi e subito consultabili è data dalla decisione ex lege di non pubblicarne il contenuto su carta – con tomi enormi e difficilmente aggiornabili – ma di farlo online sul portale istituzionale europeo e su quelli degli Stati membri.

A tale proposito l’articolo 6 prevede espressamente che la Taric sia gestita, aggiornata e comunicata dalla Commissione europea mediante mezzi informatici attraverso i quali la stessa comunica immediatamente per via elettronica tutte le modifiche che le consentono di adattarsi al presente.

L’Agenzia per le Dogane e i Monopoli descrive il servizio di consultazione del codice doganale TARIC come uno strumento d’informazione essenziale per gli operatori e gli uffici interessati agli scambi commerciali internazionali.

In un contesto globalizzato ove il commercio mondiale è condizionato dagli scenari geopolitici, dai processi industriali, da contingenze eccezionali e dal progresso tecnologico, proprio quest’ultimo rappresenta la soluzione per permettere alla Tariffa doganale d’uso integrata di stare al passo con i cambiamenti.

Mutando al bisogno, in modo preciso e puntuale, consente agli operatori economici della Unione europea di poter contare su uno strumento efficiente quanto indispensabile.

Le applicazioni dell’indice TARIC nelle operazioni comunitarie: le Dichiarazioni Intrastat e altro

I codici TARIC rappresentano quindi un passaggio obbligato per le aziende che operano sui mercati internazionali, ma non solo.

Molteplici sono le applicazioni dei codici doganali anche per coloro che non attraversano le frontiere doganali dell’Unione Europea poiché gli stessi sono necessari anche per:

  • la compilazione delle dichiarazioni degli elenchi riepilogativi delle operazioni intracomunitarie – comunemente dette Dichiarazioni Intrastat;
  • per l’inserimento dei dati nella banca dati, istituita a norma della direttiva quadro sui rifiuti, SCIP (Substances of Concern In articles as such or in complex objects – Products) ossia la banca dati con tutte le informazioni relative a sostanze altamente preoccupanti;
  • le SVHC elencate nella Candidate List del REACHRegolamento (UE) n. 1907/2006 – contenute in articoli in quanto tali o in oggetti complessi (prodotti);
  • o ancora semplicemente per mettere in condizione il mercato di conoscere la casella di appartenenza del proprio bene, collocandolo fra gli oltre ventimila disponibili.

Conclusioni

In questo contesto così intricato e disorientante, ottenere assistenza da personale esperto per la classificazione doganale e la definizione dei Codici TARIC relativi alle merci che passano (anche solo documentalmente) per l’impresa, rappresenta una bussola che guida l’operatore economico verso un porto sicuro e gli permette di adempiere ai propri obblighi normativi o di sviluppare business remunerativi in nuovi mercati con la tranquillità necessaria.

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