Codici doganali errati: quali sono i rischi e come evitarli
Il Codice Doganale dell’Unione (CDU), in vigore dal 1° maggio del 2016 regolamenta tutti gli aspetti delle operazioni doganali che si svolgono nell’Unione Europea.
Tuttavia, non esiste a livello UE un sistema armonizzato riguardante le sanzioni doganali.
Nonostante il sistema doganale dell’UE sia considerato il più armonico a livello mondiale, ogni Stato membro dell’UE è libero di contrastare le violazioni alle norme doganali applicando il regime sanzionatorio che ritiene più appropriato: ne consegue che il regime sanzionatorio in materia doganale, sia diverso per ogni Paese ed il rischio di incorrere in sanzioni nei processi doganali aumenti notevolmente.
Sanzioni doganali in Italia
Come evitare le sanzioni
Cosa comporta produrre un codice doganale errato?
Predisporre un codice doganale errato:
- impedirebbe la corretta applicazione di misure unionali o nazionali, sia in materia di classificazione della merce che, di conseguenza, la corretta applicazione dei dazi;
- comprometterebbe gli interessi finanziari dell’Unione e dei suoi Stati membri;
- potrebbe costituire una minaccia per la sicurezza dell’Unione e dei suoi residenti, per la salute umana, animale o vegetale, per l’ambiente o per i consumatori.
Inoltre, un’errata classificazione per l’importazione delle merci può comportare l’applicazione dell’Art. 303 del TULD (Testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale).
Sanzioni doganali in Italia
Il sistema di sanzioni applicabili in Italia alle violazioni della normativa doganale è regolamentato dal DPR n. 43 del 21.01.1943 “Testo Unico delle Disposizioni legislative in materia doganale”.
Ci sono una serie di sanzioni penali che vengono regolarmente applicate anche in ambito doganale ma, in questo articolo, ci concentreremo esclusivamente sulle sanzioni amministrative previste dal TULD ed in particolare sull’articolo 303.
La sanzione amministrativa italiana che punisce l’irregolare dichiarazione di importazione nel mercato nazionale è contenuta nell’art. 303 del TULD (DPR 43/73).
La base dell’articolo 303 del TULD dispone che al momento dell’importazione, se le dichiarazioni riguardanti la quantità, il valore e la qualità delle merci importate, depositate in dogana o spedite, non corrispondono alla dichiarazione doganale, l’importatore viene punito con una multa da euro 10.000 a Euro 25.000.
Il nuovo testo dell’art 303 del TULD prevede invece, nel terzo comma, che se l’importo dei dazi doganali da pagare (a seguito dell’accertamento effettuato dalle autorità doganali) è maggiore di quello calcolato dall’importatore e la differenza supera il 5 per cento sia applicata:
- per i dazi doganali fino a €500 la sanzione amministrativa da €103 a €500
- per i dazi doganali fino a €500,1 a €1.000 la sanzione amministrativa è da €1.000 a €5.000
- per i dazi doganali fino a €1.000,1 a €2.000 la sanzione amministrativa è da €5.000 a €15.000
- per i dazi doganali fino a €2.000,1 a €3.999,99 la sanzione amministrativa è da €15.000 a €30.000
- per i dazi doganali più di €4.000 la sanzione amministrativa applicabile è da €30.000 a dieci volte l’ importo dei dazi doganali.
Questi importi sono applicati se il fatto non costituisce più grave reato
Come evitare le sanzioni?
Applicare un codice doganale corretto è fondamentale per non incorrere in sanzioni. Ma la stesura del giusto codice non è un’operazione da sottovalutare! Ne parliamo in questo articolo “link all’articolo sui codici”.
Verifica sempre le dichiarazioni doganali non solo durante il processo di preparazione delle merci ma anche dopo il loro “viaggio”, prima che i funzionari verificatori eseguano una verifica, così da evitare totalmente l’applicazione delle sanzioni.
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